Premessa
Può sembrare paradossale, eppure non è assolutamente difficile osservare comportamenti errati in relazione al portamento dello zaino, e non solo negli alpinisti della domenica, ma anche tra coloro che praticano gli sport alpinistici con maggiore assiduità.
In effetti chi mai si è chiesto come si porta uno zaino? Quali libri si preoccupano di trattare l'argomento? Quali corsi analizzano la questione? Quali studi sono stati fatti in merito?
Ad ogni domanda dobbiamo rispondere nessuno o pochi. Eppure il portamento dello zaino è un aspetto molto importante, che coinvolge sia gli aspetti atletici che quelli sanitari: portare male uno zaino vuole sicuramente dire aumentare la fatica; nel breve termine può procurare dolori alle spalle e alla schiena; alla lunga può portare a deformazioni permanenti nella struttura scheletrica del busto, con la cronicizzazione di dolori articolari e muscolari.
Con questo articolo voglio darvi qualche indicazione, basandomi su quanto negli anni sono riuscito a catturare dalle mie personali esperienze e da qualche lettura. Avrei voluto supportare il tutto con della documentazione medico-scientifica, ma ho trovato solo qualcosa in relazione ad alcuni recenti studi sui ragazzi in età scolare, documentazione medica interessante ma non applicabile al contesto tecnico del mio articolo.
Analisi
Le regole per un buon portamento dello zaino sono poche ed elementari.
1 - Azione del carico
Il carico dev'essere posizionato in modo tale da agire in asse con la spina dorsale, ovvero da non comportare flessioni all'indietro della schiena, a cui istintivamente ci opporremmo facendo intervenire tutta una serie di muscoli del busto, con un aumento dell'energia consumata, nonchè l'affaticamento e l'indolenzimento di tali muscoli. E' vero che piegando molto il busto in avanti possiamo anche azzerare l'effetto, ma al contempo viene impedita la dilatazione del muscolo diaframmatico e, quindi, la corretta ventilazione polmonare: i polmoni hanno una forma all'incirca a campana, il loro maggior volume è nella parte bassa mossa solo ed esclusivamente dal muscolo diaframmatico; una ventilazione toracica muove meno di un terzo del volume polmonare ed interessa una limitata parte degli alveoli con un ridottissimo scambio, quindi una minima ossigenazione del sangue e una conseguente riduzione della capacità di lavoro aerobico, l'unico che non comporta la produzione di tossine e l'insorgenza di crampi.
Per ottenere la corretta azione del carico è necessario che lo stesso risulti, compatibilmente con le necessità di stabilità più oltre illustrate, il più alto possibile e il più vicino possibile alla schiena. L'ideale sarebbe sulla testa, ma la stabilità non ottimale ne sconsiglia l'attuazione, ottimo risultato si ottiene stringendo al massimo gli spallacci, per alzare la posizione dello zaino rispetto a quella della schiena, e posizionando il materiale più pesante nella parte alta dello zaino: ricordate le gerle dei contadini di montagna e il carico che riuscivano in tal modo a portare?
Altro fattore importante: il materiale dev'essere sempre distribuito in verticale, non in orizzontale, pertanto scegliete uno zaino con la capienza minima necessaria o adattatene la capienza mediante i variatori di carico (cinturini laterali o, talvolta, frontali).
2 - Stabilità del carico
Lo zaino dev'essere il più stabile possibile al fine di evitare continui spostamenti dello stesso con conseguenti alterazioni dell'equilibrio e la necessità di relativi adattamenti di postura. Per non considerare la pericolosità di bruschi e violenti spostamenti del carico in situazioni di equilibrio precario, ad esempio in arrampicata, o quando sono impediti ampi spostamenti dal percorso di marcia, vedi sentieri attrezzati o, comunque, esposti.
Pertanto:
Un appunto riguardo alle magliette, giacche e altro materiale di peso trascurabile: certo appenderlo fuori dallo zaino non comporta problemi ai fini del suo corretto portamento, a patto che sia comunque ben fissato e che non svolazzi, non tanto per non perderlo, ma quanto per non darlo in faccia agli altri e per non rischiare che s'incastri su rocce, alberi o cespugli.
3 - Ergonomia dello zaino
Apparentemente la forma e la struttura di uno zaino potrebbero sembrare ininfluenti ai fini del nostro discorso, eppure uno zaino mal costruito potrebbe impedirne il corretto portamento, oltre a determinare una minore sopportazione del carico.
Quali sono, pertanto, le caratteristiche che deve avere uno zaino per essere considerato un buon compagno di viaggio? Ovviamente il discorso è molto ampio, diversi distinguo andrebbero fatti, possiamo comunque individuare caratteristiche comuni a tutti gli zaini e indipendenti dall'utilizzo:
Conclusione
Riassumendo, un corretto portamento dello zaino si ha quando:
© Copyright Emanuele Cinelli. Tutti i diritti sono riservati. |