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W la montagna
Whisky, pardon, escursioni a go-go

L’alpinismo può essere suddiviso in tre distinti settori: l’escursionismo, lo sci e l’arrampicata. Ognuno di essi identifica non solo un modo di frequentare la montagna, ma anche e soprattutto un’interpretazione concettuale dell’alpinismo, ovvero una filosofia.

Più l’alpinista incrementa le proprie capacità e, quindi, si spinge su difficoltà maggiori, più il concetto deve necessariamente evolversi e completarsi. Ecco che per l’arrampicatore sarà senz’altro più facile pervenire ad un rapporto paritario con l’ambiente, averne, cioè, minor soggezione, mentre l’escursionista rimarrà sempre condizionato da un più o meno intenso sentimento di timorosa reverenza.

D’altro canto, però, l’arrampicatore ha molto meno tempo per curarsi dell’ambiente che lo circonda e gli sarà più difficile vivere la montagna. L’escursionista, invece, può dedicare moltissimo tempo alla contemplazione della natura: può soffermarsi ad osservare i fiori, può godersi l’incanto delle forme e dei colori, può appostarsi in attesa di veder passare qualche esemplare della fauna. In sintesi, per l’escursionista è molto, ma molto più facile arrivare a capire e rispettare la montagna, ad entrare, cioè, in quel particolare atteggiamento che caratterizza il vero, l’unico Alpinismo: l’amore per i monti.

Ecco perché è alquanto importante non fossilizzare la propria attività in funzione di alcuni e solo alcuni aspetti della montagna, ma mantenere sempre vivo i sé il piacere della montagna per la montagna. L’Alpinista sa apprezzare qualsiasi momento, sa sfruttare al meglio ogni occasione, sa divertirsi col bello come col cattivo tempo, in compagnia come da solo, d’estate come d’inverno, in primavera come d’autunno.

“Viva la montagna”, fate vostro questo semplice motto e, liberandovi da ogni condizionamento pratico-mentale (esigenza di una meta, paura della montagna, timore di bagnarsi, competitività, eccetera), concedetevi la massima libertà d’azione: uscite dai binari della consuetudine per tuffarvi nell’immenso mare della fantasia.

Alcuni consigli

È nell’inventiva personale che potete trovare il massimo delle soddisfazioni, comunque, per coloro che… credono di avere poca fantasia, eccovi alcuni rapidi consigli.

·        Qualsiasi bosco che non sia troppo spesso si presta al libero girovagare senza meta né direzione.

·        I torrenti danno modo d’inventare un’infinità di piacevoli giochi e, in alternativa ai sentieri, possono rappresentare un valido e interessante percorso, sia in salita che in discesa.

·        Il fondo delle vallate di origine glaciale, sempre molto ampio, permette di abbandonare i sentieri.

·        Nei giorni di pioggia, boschi e pascoli consentono ugualmente l’effettuazione di piacevoli escursioni.

·        Dopo o durante una nevicata il bosco assume un aspetto decisamente fantastico: avrete l’impressione di vivere nel magico mondo delle favole, e… occhio ai folletti, si divertono a fare scherzi di ogni genere.

Alcune raccomandazioni

·        Non fate mai, e ripeto mai, più di quanto le vostre capacità tecniche vi possono obiettivamente consentire.

·        In pratica, pur nel massimo trasporto, mantenete sempre un alto livello di autocoscienza e autovigilanza.

·        Tale condizione è ottenibile operando ben al di sotto dei propri limiti tecnici e psicologici.

·        Nei parchi, ma talvolta anche fuori da essi, è di solito vietato uscire dai percorsi segnalati.

·        Evitate di uscire dal sentiero nelle zone geologicamente instabili, potreste arrecare danni irrimediabili.

·        Uscendo dai sentieri, muovetevi sempre in piccoli gruppi, meglio ancora in coppia o, se ve la sentite, da soli.

·        Mantenete il silenzio e se dovete parlare tra di voi fatelo senza gridare.

·        Non infastidite la fauna, limitatevi ad osservarla.

·        Non raccogliete esemplari della flora.

·        Non danneggiate il bosco, se è troppo spesso evitatelo, se ci sono rami che ostacolano il passaggio non tagliateli ma se possibile cambiate percorso altrimenti spostateli con estrema delicatezza.

·        Riportate a casa i rifiuti, siano essi inorganici che organici, non biodegradabili che biodegradabili.

Emanuele Cinelli

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